il sindacato SI COBAS è stato fondato nel 2010, ha una grande presenza nel settore della logistica nel nord Italia, un settore che ha visto un aumento vertiginoso dei profitti per le aziende, a causa dell'aumento esponenziale degli acquisti online durante la pandemia.
Parlando con i titolari delle aziende logistiche del territorio scopro che il nome SI COBAS provoca in loro sconforto e spesso puro disprezzo: "Sono solo una banda di immigrati che fa rumore, non sono un vero sindacato". Questa reazione diventa molto più comprensibile alla luce dei risultati delle lotte che il sindacato ha intrapreso in anni di attività nei magazzini di FedEx, TNT, GLS e altri gruppi logistici: contratti adeguati, compensi corretti, buoni pasto, dispositivi di protezione gratuiti, maternità al 100%, TFR, permessi retribuiti e tredicesima.
Tutte conquiste ottenute solo grazie a scioperi e picchetti.
Grazie a queste vittorie sono diventati uno dei sindacati più temuti e odiati dalle aziende del Nord Italia.I lavoratori iscritti al SI COBAS ricevono spesso ordini restrittivi, multe, intimidazioni e violenze da parte delle forze dell'ordine. I leader vengono denunciati, perquisiti e arrestati o uccisi, come Adil Belakhdim.
Le immagini prodotte provengono da una raccolta di fotografie che ho scattato in un periodo di due anni in cui ho seguito da vicino queste nel nord Italia. Questi scatti non sono solo una testimonianza di un conflitto sociale che non viene raccontato, ma sono anche una pura manifestazione dell'estetica della classe operaia di oggi.
Nelle loro manifestazioni e picchetti risuona spesso una frase: "Tocca uno, tocca tutti". Non sono soli, altri gruppi ed entità politiche si uniscono spesso a loro nelle piazze e davanti ai cancelli. È lì che si decide il destino dei lavoratori che hanno deciso di alzare la testa.
Da tempo seguo picchetti e scioperi, la dinamica è sempre la stessa. Un numero enorme di camion, agenti (dei più svariati reparti, dalla Guardia di Finanza alla Polizia) in tenuta antisommossa, il titolare dell'azienda al telefono, la DIGOS (cioè una polizia segreta di fatto) e i Carabinieri. Il loro scopo è quello di allontanare i lavoratori dai cancelli per far entrare le merci in attesa sui camion.A seconda del numero di lavoratori e dell'urgenza delle consegne, la situazione può evolvere in diverse direzioni. Gli obiettivi della polizia sono: garantire con tutti i mezzi la consegna delle merci, identificare e inserire gli scioperanti in una lista di controllo e avviare azioni repressive (multe o ordini restrittivi) nei loro confronti.
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